lunedì 26 novembre 2018

Alta tensione sul Mar Nero tra Mosca-Kiev



L’Ucraina accusa Mosca di aver sparato sulle navi ucraine nello stretto di Kerch, ferendo almeno due persone, e sequestrando tre navi. Si tratterebbe di due piccole imbarcazioni da guerra e di un rimorchiatore che stavano attraversando lo stretto, dirette verso il porto di Mariupol. La versione di Mosca, invece, è diametralmente opposta: le navi ucraine avrebbero attraversato le acque territoriali russe senza alcuna autorizzazione. I servizi segreti russi, inoltre, hanno accusato Kiev di voler provocare un “conflitto nella regione“.

In poco tempo, la tensione è salita alle stelle. Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha convocato una riunione d’emergenza con i vertici militari mentre Mosca ha bloccato lo stretto di Kerch, che rappresenta l’unico collegamento marittimo tra il Mar Nero e il Mare d’Azov. Gli attori che in questi anni hanno seguito il conflitto ucraino hanno fatto subito sentire la loro voce. L’Alto rappresentante della politica estera Ue, Federica Mogherini, ha chiesto subito di ripristinare la libertà di circolazione nello stretto e di allentare la tensione. Tensione che, però, non ha fatto altro che aumentare.

Resta alta la tensione tra Russia e Ucraina dopo l'incidente sullo stretto di Kerch, fra Mar Nero e Mar d'Azov. Decine di estremisti di destra stanno bruciando pneumatici davanti al consolato russo di Leopoli, in Ucraina occidentale, per protestare contro il sequestro di tre battelli militari ucraini a largo della Crimea da parte delle forze marittime russe. La dimostrazione è organizzata dai nazionalisti del Corpo Nazionale. La Russia chiede agli alleati occidentali di Kiev di "intervenire" e "dare una calmata" alla autorità ucraine, "coloro che vogliono mettere a segno punti politici prima delle elezioni presidenziali in Ucraina". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato dalle agenzie russe.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha espresso oggi al presidente ucraino, Petro Poroshenko, "pieno sostegno" alla difesa dell'integrità e della sovranità territoriale del Paese, anche per quanto riguarda "il diritto di navigazione nelle sue acque territoriali". Sostegno a Kiev anche dall'Ue. Gli sviluppi nel mar d'Azov sono inaccettabili e ci aspettiamo che la Russia lasci andare subito le navi e l'equipaggio". Lo afferma una portavoce della Commissione europea condannando "l'aggressione verso l'Ucraina" che ha generato una "pericolosa escalation". Stiamo prendendo la questione con "grande serietà", assicura la portavoce, "e per noi è una priorità in questo momento. I contatti dell'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini sono in corso e non si escludono anche altre iniziative.

Il Consiglio nazionale ucraino di sicurezza e difesa si è riunito d'urgenza in piena notte a Kiev, con il presidente Petro Poroshenko, per chiedere al Parlamento di dichiarare la legge marziale. Le forze armate russe hanno confermato l'incidente di ieri, in cui sono stati sparati colpi di cannone, sono stati feriti alcuni marinai ucraini e anche il sequestro di tre navi ucraine da parte della Russia: si tratta di due unità militari cannoniere e un rimorchiatore.

Poroshenko, ha precisato che la legge marziale non significa "una dichiarazione di guerra". "L'Ucraina non ha in programma di fare la guerra a nessuno", ha assicurato il presidente, definendo l'incidente di ieri "non provocato e folle". Il ministero della difesa ha però reso noto di aver diramato l'ordine di mettere le forze armate in stato di allerta operativa.

Russia e Ucraina da ieri si stanno scambiando accuse di aver provocato la crisi, nella quale sono stati sparati dei colpi, che hanno provocato il ferimento di alcuni marinai ucraini, è stato speronato un rimorchiatore ucraino che stava trainando due unità militari della Marina di Kiev attraverso lo stretto di Kerch, che divide il Mar Nero dal Mare di Azov, e la penisola di Crimea a est dal territorio continentale della Federazione russa. Una violazione delle acque territoriali russe, secondo Mosca; un'aggressione non provocata secondo Kiev, che afferma di aver avvertito preventivamente la Russia del passaggio. Si tratta di una delle escalation più gravi fra i due Paesi vicini dopo l'annessione della Crimea alla Russia nel 2014.

L’asse franco-tedesco continua a voler prendere il sopravvento sulla politica estera dell’Unione europea. E Francia e Germania adesso vorrebbero rappresentare l’Europa nella crisi fra Russia e Ucraina sul Mar d’Azov. Come ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, in visita a Madrid, Berlino e Parigi potrebbero avere un ruolo da mediatori nella crisi fra Kiev e Mosca.

E l’occasione potrebbe essere durante un vertice che si terrà nella capitale tedesca la prossima settimana. “La riunione, programma da diverso tempo per lunedì a Berlino, con la Russia e l’Ucraina, potrebbe essere l’occasione. Francia e Germania si adoperano insieme, e se necessario come mediatori, per prevenire che lo scontro porti a una grave crisi”.

Una notizia importante che dimostra, ancora una volta, come Francia e Germania abbiano iniziato una progressiva opera di unione delle proprie forze per prendere in mano la rappresentanze dell’Europa. Angela Merkel ed Emmanuel Macron hanno già confermato più volte che è l’asse fra i loro Paesi a dover essere il pilastro su cui fondare la nuova Unione europea.

Il conflitto ucraino dura ormai dal 2014 e ha provocato oltre 9mila morti. Un conflitto silenzioso, che si combatte soprattutto attorno le province indipendentiste di Donetsk e Lugansk. Nonostante i molti cessate il fuoco che hanno costellato i quattro anni di conflitto, le due parti hanno continuato a minacciarsi a vicenda.

Solamente pochi mesi fa, inoltre, è stato ucciso il leader separatista Alexander Zakharchenko. Un’azione che, secondo le autorità del Donbass, sarebbe stata condotta dai servizi segreti ucraini. E ieri il sequestro delle navi.




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