sabato 24 giugno 2017

Sheridan Oliveira de Anchieta la testa nera del Brasile



La polizia brasiliana ha diffuso un documento che dice che gli investigatori hanno trovato prove che dimostrano che l’attuale presidente del Brasile Michel Temer ha ricevuto delle tangenti per favorire JBS, la più grande società mondiale di lavorazione della carne. Il documento è stato pubblicato dalla più alta corte brasiliana, i cui giudici dovranno decidere se ascoltare i suggerimenti della polizia e procedere con un’indagine formale su Temer, che lo scorso anno aveva preso il posto dell’ex presidente Dilma Rousseff dopo il suo impeachment. L’autorizzazione a procedere dovrà però essere data dal Parlamento, con una maggioranza di due terzi.

Michel Temer, che appartiene al Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB, di centro), ha sostituito Dilma Rousseff dopo la lunga procedura che portò alla deposizione dell’ex presidente del paese. Alla base dell’indagine per corruzione sul suo conto ci sono le testimonianze – fornite per ottenere un patteggiamento al proprio processo – di alcuni importanti dirigenti di JBS, che hanno detto di aver pagato Temer almeno 4,6 milioni di dollari in tangenti dal 2010, per facilitare appalti, contratti con il governo, risolvere contestazioni fiscali e ottenere prestiti economici dalle banche statali.

I nuovi problemi di Temer, che è già coinvolto in altre indagini, renderanno molto complicato per lui farsi carico delle importanti riforme economiche di cui il paese ha bisogno: sarà difficile tra le altre cose mantenere unita la coalizione di governo che attualmente lo sostiene. Temer ha negato di aver commesso alcun reato, e ha detto che non si dimetterà. Ci si aspetta che Rodrigo Janot, il capo procuratore federale, formalizzi le accuse contro Temer entro la fine della settimana.

In questi giorni un piccolo gruppo di giovani che vogliono sfidare dall'interno il partito che per quattordici anni è stato alla guida dell’opposizione brasiliana, oggi fra i principali alleati del governo Temer. La donna che lo guida ha 33 anni  e si chiama Sheridan Esterfany Oliveira de Anchieta.

Tre anni di recessione e altrettanti di inchieste contro la corruzione hanno lasciato in Brasile un deserto politico senza precedenti. Tanto che il debolissimo governo di Temer (la prossima pesante denuncia contro di lui è attesa a giorni) si tiene in piedi per mancanza di alternative ed è difficile vedere all’orizzonte figure politiche nuove. Prova ne sono i sondaggi per le presidenziali del prossimo anno: vedono ancora l’eterno Lula come favorito, sempre che nel frattempo una condanna di secondo grado non gli impedisca di candidarsi.

Le regole della politica sono uno dei principali ostacoli al rinnovamento. In Brasile è impossibile candidarsi senza essere iscritto a un partito già esistente e gli outsider vengono scoraggiati da procedure assai complicate. Meglio provarci “da dentro”, come pensa un gruppo di esponenti del Psdb, uno degli schieramenti storici. Qualche settimana fa, la deputata 33enne Shéridan Oliveira de Anchieta, si è messa alla testa di un piccolo gruppo con l’obiettivo di convincere il partito a togliere l’appoggio a Temer. Giovani e risoluti, li hanno chiamati i “cabeças negras”, le teste nere, in contrasto ai vecchi con i capelli bianchi che guidano il Psdb. Cioè il partito che ha governato prima di Lula, con Fernando Henrique Cardoso, e poi è stato per 14 anni alla guida dell’opposizione. Poiché il terremoto Lava Jato (la Mani Pulite brasiliana) ha fatto strage di politici ma non dei loro partiti, per le ragioni di cui sopra, il ricambio al momento può avvenire solo così.

La Anchieta ha così vissuto il suo quarto d’ora di popolarità, anche grazie alla sua indubbia bellezza, poi qualche giorno fa il Psdb ha deciso di andare avanti con l’appoggio a Temer. Le teste nere si sono ritirate in buon ordine, aspettando la prossima chance. Potrebbe arrivare a ridosso delle elezioni.

La bella Shéridan viene dal Roraima, Stato amazzonico al nord del Brasile, ha avuto due figlie da adolescente ed è entrata in politica attraverso il marito José, ex governatore. E’ deputata alla prima legislatura e i brasiliani la conobbero durante la votazione per l’impeachment di Dilma Rousseff, una maratona televisiva di 20 ore. Lei fu la prima a votare, elegantissima in un tailleur giallo uovo, sistemandosi i lunghi capelli davanti alle telecamere, e facendo un breve discorso. A favore della caduta della “presidenta”. Ora che è tornata alla ribalta, gli avversari le ricordano che quanto a “onda nuova” della politica la Anchieta non è esattamente una novella.

Quando era first lady del Roraima, è stata accusata insieme al marito di frode nell’intestazione di terre pubbliche, tipico reato da avventurieri dell’Amazzonia.


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