domenica 1 maggio 2016
Siria: Aleppo allo stremo. John Kerry chiede il cessate il fuoco
Sempre più drammatica la situazione ad Aleppo, in Siria. Gli attacchi aerei e i bombardamenti delle forze armate del regime siriano (che hanno interrotto la tregua) e le rappresaglie dei ribelli hanno colpito la città senza sosta nell’ultima settimana, senza fare distinzioni tra obiettivi civili e militari. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, dal 22 aprile a oggi le vittime civili sono più di 250, almeno quaranta sono bambini. L’esercito siriano estende per altre 24 ore la tregua a Damasco, mentre su Aleppo continuano a cadere le bombe.
Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha spinto per il ripristino del cessate il fuoco nell'intero territorio siriano, dopo i bombardamenti che si sono susseguiti su Aleppo provocando centinaia di vittime negli ultimi giorni. Kerry si è intrattenuto al telefono con l'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, e con il coordinatore dell'opposizione siriana, Riad Hijab, ai quali ha detto "con chiarezza che la fine delle violenze ad Aleppo e il ritorno a una cessazione duratura delle ostilità erano la prima fra le priorità", riferisce una nota del Dipartimento di Stato Usa.
"Lavoriamo su iniziative precise per ridurre l'intensità dei combattimenti e per ridurre le tensioni e speriamo di ottenere presto progressi tangibili", ha aggiunto il portavoce del dipartimento di Stato, John Kirby, il quale ha annunciato che stasera e lunedi' Kerry sarà a Ginevra per incontrare de Mistura e i suoi omologhi, il saudita Adel al-Jubeir e il giordano Nasser Judeh. Washington intende rilanciare gli sforzi internazionali per il ripristino del cessate il fuoco introdotto con il sostegno della Russia, alleata del governo di Damasco, il 27 febbraio scorso in Siria, e a dispetto del quale il regime di Assad ha operato i raid aerei sulla città di Aleppo.
"Questi attacchi sono violazioni dirette della sospensione delle ostilità e devono essere fermati immediatamente", ha aggiunto Kirby.
La Russia non chiede al regime di Bashar al-Assad di fermare i raid aerei su quel che resta della seconda città della Siria, dove in nove giorni sono rimasti uccisi oltre 250 civili. Aleppo è inghiottita in un vortice di violenza: mancano acqua potabile e corrente elettrica. La scelta, deliberata, di prendere di mira ospedali e farmacie ha costretto i pochi medici sopravvissuti a lasciare la città.
Le immagini di macerie spingono il segretario di Stato statunitense, John Kerry, a volare a Ginevra per incontrare l’inviato dell’ Onu per la Siria, Staffan de Mistura. Kerry chiede alla Russia di prendere misure per mettere fine alle violazioni diffuse della tregua da parte del regime.
Un rapporto della Commissione Economica e Sociale per l’Asia Occidentale rivela che l’83,4% della popolazione siriana vive sotto la soglia di povertà.
Sono inoltre 12,1 milioni coloro che non hanno accesso a servizi igienici, smaltimento dei rifiuti e acqua potabile.
In Siria “la violenza è in forte aumento” sostiene l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, che denuncia il disprezzo per la vita dei civili da parte delle parti in conflitto.
La Russia non chiederà a Damasco di interrompere i raid aerei su Aleppo. Lo ha detto il ministero degli Esteri russo spiegando che fanno parte della lotta contro il terrorismo.
Le bombe continuano, quindi, a cadere sulla citta che è rimasta esclusa dalla tregua temporanea in vigore a Latakia, oltre che a Damasco e nel Ghouta orientale. Il cessate il fuoco è stato raggiunto dopo l’intervento di Onu, Stati Uniti e Russia che hanno fatto pressioni sulle parti in conflitto.
Nuovi raid aerei hanno preso di mira le zone che dal 2012 sono nelle mani dei ribelli nell’Est di Aleppo. La parte ovest è sotto il controllo del regime. Almeno sei le vittime, secondo quanto riferito dall’Organizzazione siriana per i diritti umani. Quella che una volta era la capitale economica della Siria è ridotta in macerie con decine di civili in fuga: “La situazione è intollerabile”, dicono.
Oltre 246 persone hanno perso la vita dal 22 aprile. Il conflitto in Siria, iniziato nel marzo del 2011, ha fatto 270mila vittime e milioni di sfollati.
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