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Gli Stati Uniti cancellano totalmente l’embargo sulla fornitura di armi al Vietnam. Lo hanno annunciato i presidenti dei due Paesi, Barack Obama e Tran Dai Quang, in una conferenza stampa congiunta ad Hanoi. Il 23 maggio 2016, è dunque un giorno che resterà nella cronistoria delle relazioni diplomatiche tra i due grandi nemici degli anni Sessanta e Settanta.
Barack Obama cancella l’embargo sulla vendita di armi al Vietnam con una mossa che dà nuova spinta al «Pivot to Asia», il riorientamento degli interessi strategici di Washington verso il continente, avviato nel 2011 e che fa leva sul mega-accordo commerciale tra le economie del Pacifico, la Trans Pacific Partnership. Appena qualche giorno fa, la Casa Bianca ha annunciato l’alleggerimento dell’embargo economico nei confronti del Myanmar, dove domenica il segretario di Stato John Kerry ha incontrato Aung San Suu Kyi.
Con una svolta simbolica e sostanziale, a oltre 40 anni dalla fine di una delle guerre più controverse e laceranti per gli Stati Uniti, Obama ha chiuso uno degli ultimi strascichi della Guerra Fredda nel primo dei tre giorni di visita in Vietnam. Ripartirà mercoledì per il Giappone, dove parteciperà al G7 e dove, altra mossa simbolica, sarà il primo capo di Stato Usa a visitare Hiroshima.
Mai citata direttamente, Pechino è il convitato di pietra del viaggio di Obama. Nella conferenza stampa congiunta con il presidente vietnamita Tran Dai Quang, il capo di Stato Usa ha precisato che la rimozione dell’embargo non ha nulla a che fare con la Cina, ma ne ha indirettamente criticato l’aggressività nel Mar della Cina meridionale e ha affermato che ora il Vietnam «avrà accesso all’equipaggiamento di cui ha bisogno per difendersi».
Già nel 2014, gli Stati Uniti avevano alleggerimento il blocco alla vendita di armi ad Hanoi e da allora hanno fornito 46 milioni di dollari di assistenza militare. Il riavvicinamento è stato accelerato proprio dalla disputa che divide la Cina e gli altri Paesi della regione (Filippine, Brunei, Malesia, Taiwan e Vietnam) sulle acque territoriali, che Pechino reclama quasi interamente per sé, mettendo in campo la propria marina militare e costruendo isolotti artificiali.
Gli Stati Uniti si sono schierati al fianco dei Paesi minori e hanno già inviato le proprie navi da guerra nell’area, per sfidare apertamente le pretese cinesi e difendere la libertà di navigazione su rotte solcate ogni anno da 5mila miliardi di dollari di merci.
Negli ultimi vent’anni, da quando nel 1995 ha ristabilito le relazioni diplomatiche con gli Usa, il Vietnam ha seguito una politica estera multipolare, senza trascurare il suo arsenale. Hanoi compra il 90% delle armi dalla Russia, compresi i sottomarini classe Kilo. Il legame con Mosca risale alla guerra con gli americani. Nel Museo delle armi di Hanoi sono esposti un Mig e il primo carro armato che entrò nella vecchia Saigon, ora Ho Chi Minh. Adesso Obama prova a spezzare questo monopolio.
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