Lo storico festival inglese, che normalmente ospita una delle più belle line-up tra i concerti di tutta Europa, quest’anno ha accolto anche il Dalai Lama.
Il Dalai Lama è stato accolto con grande calore al festival di musica di Glastonbury, a sud di Bristol, in Inghilterra. Il leader spirituale buddista ha parlato al pubblico dal palco su cui si esibivano, tra gli altri, Patti Smith, gli Who e Kanye West.
Si sono accampati nella spianata di Pilton, nel Somerset, in Inghilterra, per assistere al Glastonbury Festival of Music and Performing Arts e partecipare così a uno degli happening musicali più famosi del mondo, in scena fino al 28 giugno. Oltre 175 mila persone che sfidano fango e pioggia, con i biglietti che sono andati esauriti in tempo record, 26 minuti, nell'ottobre scorso. Il festival quest'anno promette anche ospiti eccezionali. Tra le centinaia di band che si esibiranno sono attesi anche giganti della musica come Patti Smith, i Chemical Brothers, Motorhead, Lionel Richie e gli Who. Sono già andate in scena con la loro performance anti Putin le Pussy Riot, domani invece arriverà il Dalai Lama al suo primo tour nel Regno Unito. Con il suo discorso promuoverà il suo messaggio di compassione, non violenza e umanità.
Il celebre Festival di musica di Glastonbury, in Inghilterra, è un evento quasi sacro per le migliaia di persone che ogni anno si recano nel Somerset, per assistere ad una delle più divertenti e complete line-up di artisti rock, ma non solo, che si possa trovare in giro, tra i festival di tutto il mondo.
Le origini rock del Glastonbury vanno ricercate negli anni ’70, quando era gratuito. Già a partire da questi anni si delineò la cifra stilistica del festival inglese, dove la musica si mescola a performance di danza, di pittura, di arte di ogni genere. In quel periodo il festival raccoglieva gli hippy di tutta Europa e divenne il simbolo della cultura del pacifismo e della libertà.
E come sempre accade, non sono mancate le polemiche da parte del governo cinese, che ha fatto sapere di essere “fortemente contrario a qualsiasi manifestazione che dia voce e visibilità al leader spirituale in esilio”. Ma il Dalai Lama, ormai 80enne, ha risposto alla condanna della Cina con la sua solita calma, dichiarando :”Quella del governo cinese è una reazione abbastanza usuale. Ogni volta che mi capita di incontrare persone o organizzazioni, i funzionari cinesi protestano”.
Ma le parole del Dalai Lama sono state rivolte agli attentati terroristici avvenuti nei giorni scorsi in Kuwait, Tunisia, Francia e Somalia. Egli ha parlato dell’Isis e della cultura dell’odio in nome della religione, che quello sta diffondendo. «Molti degli orrori che stiamo vivendo sono nostre creazioni, e uccidersi in nome di una religione è qualcosa di impensabile. Il nostro compito è invece quello di portare un messaggio di amore, tolleranza e perdono». Tenzin Gyatso non ha assistito ai concerti che chiudono l’ultima giornata del festival: «ai monaci, in realtà, non è permesso», ha detto, «ma tutta questa gioia mi rende felice, anche se dobbiamo ricordare che in questo momento su questo stesso pianeta ci sono esseri umani che vengono uccisi da altri esseri umani».
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