venerdì 21 giugno 2013

Articoli della stampa europea del 20 giugno 2013



Germania: “Saldati”
“Gli Stati Uniti e la Germania mostrano di voler serrare i ranghi nonostante le divergenze sullo spionaggio informatico”, sottolinea Die Welt, all’indomani della visita di Barack Obama a Berlino.
In occasione dell’atteso discorso davanti alla porta di Brandeburgo riservato a qualche migliaio di invitati, cinquant’anni dopo quello di John F. Kennedy, il presidente americano ha dichiarato che “l’Europa e gli Stati Uniti possono servire da modello, e fare insieme cose per cui gli altri paesi non sono pronti”.
Angela Merkel ha risposto sottolineando che “nel ventunesimo secolo il partenariato transatlantico è ancora la chiave per garantire la libertà, la prosperità e la sicurezza per tutti”, ma ha anche criticato il programma di spionaggio americano Prism: “lo sforzo per difendersi dal terrorismo deve essere portato avanti in modo misurato nonostante l’importanza dell’argomento”.
Nel suo discorso Obama ha anche annunciato la riduzione di un terzo dell’arsenale nucleare e ha invitato la Russia a fare altrettanto.

“L’Fmi chiede un’altra riforma per abbassare i salari e le indennità”
Il 18 giugno il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha rilasciato un comunicato finale al termine della sua missione in Spagna chiedendo al governo di affrontare i livelli di disoccupazione “inaccettabili” riformando il mercato del lavoro per renderlo più “job-friendly e inclusivo”.
Secondo l’Fmi l’Europa dovrebbe avere un ruolo più attivo alleggerendo i termini dell’adeguamento fiscale della Spagna, e Madrid dovrebbe aumentare la flessibilità degli stipendi e le tasse indirette come l’iva. Il comunicato del Fondo ribadisce infine la necessità di completare le riforme strutturali attese da tempo. Secondo El País
L’Fmi gradisce le riforme avviate dal governo, ma chiede un altro passo avanti in quelle del mercato del lavoro.

Austria: “2,6 miliardi di euro: Alpine è il più grande fallimento della Seconda repubblica”
Alpine, la seconda azienda di costruzioni e lavori pubblici del paese, filiale del gruppo spagnolo Fcc, ha presentato il suo bilancio il 19 giugno e ha chiesto un piano di risanamento giudiziario.
Vittima della crisi e della congiuntura difficile in Europa orientale (Alpine è molto presente in Polonia e Romania), la società ha accumulato un passivo di 2,56 miliardi di euro: si tratta del più grande fallimento dal dopoguerra, ricorda Der Standard.
La sezione più rilevante del gruppo, con 15mila dipendenti, dovrà essere chiusa o venduta. Soltanto la parte austriaca sarà mantenuta, permettendo di salvare 4.600 posti di lavoro.

Disoccupazione: “I giovani bussano alla porta, ma Bruxelles non ha una soluzione”
La disoccupazione giovanile, che ad aprile ha raggiunto il 23,5 per cento, è ormai la priorità principale per l’Europa, ma i progressi sono lenti e ostacolati dalla crisi economica mondiale, sottolinea Delo, aggiungendo che il 19 giugno la Commissione europea ha chiesto la realizzazione tempestiva dei progetti per stimolare l’occupazione. Il budget Ue per il periodo 2014-2020 per contrastare la disoccupazione giovanile ammonta a 6 miliardi di euro.
Nel frattempo il 20 giugno il governo sloveno dovrebbe proporre una nuova legge per combattere la disoccupazione giovanile, che prevedrebbe un sistema di sussidi per i datori di lavoro che assumono giovani di età inferiore ai 30 anni.

Siria: “Le tracce dei combattenti danesi in Siria”
Secondo i servizi segreti danesi circa 65 persone hanno lasciato il paese e per unirsi ai ribelli in Siria e almeno cinque sono rimaste uccise, riporta Politiken.
Il dato inquieta il governo, che spera di impedire nuovi casi. I servizi segreti informeranno le autorità danesi di tutte le partenze per la Siria e verificheranno l’origine dei fondi utilizzati.
Copenaghen prepara sanzioni per i combattenti che torneranno in patria, come la sospensione delle indennità per gli immigrati e processi penali per terrorismo.

Ungheria: “Gyula Horn è morto”
L’ex primo ministro socialista ungherese Gyula Horn è morto all’età di 81 anni a Budapest dopo una lunga malattia. La sua ultima apparizione in pubblico risaliva al 5 luglio 2007, per il suo settantacinquesimo compleanno, ricorda Népszabadság.
Nell’ultimo governo comunista in Ungheria, nel 1989, era stato ministro degli esteri e aveva giocato un ruolo di primo piano nel processo che alla fine degli anni ottanta avevano portato alla caduta del comunismo in Europa dell’Est e alla riunificazione della Germania.
Il suo nome è direttamente associato alla caduta della cortina di ferro: il 27 giugno 1989 aveva tagliato simbolicamente il filo spinato che separava l’Ungheria dall’Austria insieme al suo omologo austriaco Alois Mock, aprendo il passaggio tra l’est e l’ovest.

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