domenica 16 giugno 2013

Rassegna stampa quotidiani europei giugno 2013



AMBIENTE: “Malta va contro la tendenza europea sulle emissioni di CO2”
Secondo un nuovo rapporto dell’International energy agency Malta non sta rispettando le richieste dell'Ue per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Il governo della Valletta non sta rispettando l’impegno preso nel 2010 da tutti i paesi Ue a ridurre le emissioni almeno del 20 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020. Secondo il quotidiano The Malta Independent per Malta rispettare l’obiettivo significherebbe dimezzare le sue emissioni. Tuttavia questa riduzione drastica non è ancora stata avviata, e secondo le stime pubblicate da Eurostat il mese scorso Malta è uno dei quattro paesi Ue che ha registrato un aumento delle emissioni tra il 2011 e il 2012. In proporzione l’aumento stimato del 6,3 per cento è di gran lunga il maggiore tra i paesi Ue.


TRASPORTO AEREO: “Un unico cielo per l’Europa”

“Bruxelles tenta di creare un cielo comune per l’Europa”, scrive Rzeczpospolita. L’11 giugno il commissario europeo ai trasporti Siim Kallas avvertirà i 27 che intende avviare una procedura legale contro la mancata sostituzione delle attuali regioni dello spazio aereo (divise secondo i confini nazionali) con un numero inferiore di zone più estese, conosciute con il nome di “blocchi di spazio aereo funzionali”.
Il piano fa parte del progetto Single European Sky (Ses), nato per riformare i sistemi di controllo del traffico aereo in Europa. Rzeczpospolita sottolinea che
attualmente i cieli dell’Ue sono controllati da 27 agenzie nazionali che supervisionano 60 centri di controllo del traffico aereo. Negli Stati Uniti uno spazio aereo con un numero di voli e aeroporti paragonabile è controllato da un unico centro. Il monitoraggio del traffico aereo negli Stati Uniti costa la metà rispetto all’Europa. […] Ogni anno l’economia europea perde 5 miliardi di euro a causa della cattiva gestione dello spazio aereo.
PRISM: "L’Europa chiede risposte a Obama sulla sorveglianza da parte degli Stati Uniti"
Lunedì i leader politici europei hanno criticato le operazioni Prisma, create per sorvegliare le comunicazioni telefoniche e via internet di tutto il mondo, definendole inaccettabili e chiedendo ulteriori dettagli sulla natura del programma al presidente Obama.
Lo scandalo è stato rivelato dall’ex agente della Cia Edward Snowden, 29 anni, e ha innescato quella che il Guardian, che ha pubblicato per primo la storia, ha descritto come “una delle più esplosive fughe di documenti sulla sicurezza nazionale nella storia degli Stati Uniti”.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha promesso di fare pressione su Obama per apprendere i dettagli del programma in occasione del vertice di Berlino della prossima settimana, mentre il vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding si è impegnata a predtere chiarimenti ai funzionari Usa in occasione del vertice di Dublino in programma venerdì.
PRISM: “Lo spionaggio di stato, nuova minaccia per le banche svizzere?”
Secondo le rivelazioni fatte al Guardian dall’ex tecnico della Cia Edward Snowden, nel 2007 l’Agenzia nazionale per la sicurezza (Nsa) avrebbe incastrato un banchiere svizzero per ottenere “informazioni bancarie segrete”.
Le Temps s’interroga sul rischio di spionaggio di stato delle istituzioni finanziarie, che “non sembra essere identificato dalle banche come una minaccia specifica”. Tuttavia il quotidiano sottolinea che
i servizi segreti svizzeri, ridicolizzati l’anno scorso per aver permesso a un informatico di sottrarre milioni di dati, oggi possono sorridere pensando alle disavventure dei loro omologhi americani.

REPUBBLICA CECA: “Prime stime dei danni: 20 miliardi”
Mentre il livello dell’acqua comincia a scendere, le autorità locali e le compagnie assicurative cominciano a stimare i danni dell’alluvione fonte giornalistica Mladá Fronta DNES .
Secondo le valutazioni preliminari il totale si aggira attorno ai 20 miliardi di corone (800 milioni di euro). Le inondazioni hanno colpito il paese il 2 giugno dopo quasi una settimana di piogge torrenziali.
Gli esperti avvertono che il costo dei danni alle proprietà non assicurate potrebbe rivelarsi particolarmente alto, perché le compagnie hanno imparato dal passato e si sono rifiutate di assicurare abitazioni ed edifici pubblici nelle zone a rischio.

POLONIA: “La grande fuga dei giovani”
Più del 70 per cento dei 2 milioni di emigrati polacchi ha meno di 40 anni, rivela Rzeczpospolita dopo la pubblicazione delle ultime cifre dell’Ufficio centrale di statistica (Gus).
“I dati sono allarmanti. È un’emorragia di persone”, sottolinea Krystyna Iglicka, professore di demografia e direttrice dell’università Lazarski. Secondo Iglicka il fenomeno costituisce “un esodo senza precedenti” di giovani polacchi in un momento in cui il tasso di nascita è pericolosamente basso.
Altri esperi sottolineano che la partenza di giovani geni creativi “che non hanno conosciuto il socialismo e rappresentavano la nostra speranza” significa “meno crescita economica, meno consumi, un calo del potenziale di sviluppo e un aumento delle spese sociali”.

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