sabato 19 gennaio 2019

Brexit, Unione europea pronta al rinvio per riaprire il dialogo con Regno Unito


L’Unione europea è pronta a ipotizzare al rinvio del divorzio con il Regno Unito. Ma non lo farà senza solide garanzie da parte di Londra. Lo hanno dichiarato fondi diplomatiche europee, definendo “prematura” la discussione sulla durata del rinvio. L’Ue, secondo media britannici, rifletterebbe su un rinvio di vari mesi, non più di sole settimane.

 “Ci sono molte idee che circolano, sono sicuro che sia una di esse”, ha risposto una delle fonti sull’ipotesi di un rinvio. Ma ancora Londra deve presentare una domanda prima che se ne parli seriamente. Oggi un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che l’Ue non ha ancora ricevuto alcuna richiesta di rinvio da Londra. Spiegando che se essa fosse formulata dovrebbe essere argomentata, poi accettata “all’unanimità” dai 27 leader europei.

Varie fonti diplomatiche ritengono che gli europei darebbero senza dubbio luce verde per evitare un divorzio senza accordo, ritenuto il peggiore degli scenari. Ma, dicono, lo farebbero senza contentezza e mettendo delle condizioni. “Non è così semplice dare più tempo”, ha sottolineato un funzionario europeo, sottolineando che lo scenario prolungherebbe ancora l’incertezza.

Nell’intento di evitare una uscita disordinata del Regno Unito dall’Unione dopo il drammatico voto di martedì sera di Westminster contro l’accordo di divorzio, l’establishment comunitario ha ribadito che l’intesa di recesso non può essere rinegoziata. Tuttavia, ha ricordato la possibilità di ritoccare la dichiarazione politica sul futuro partenariato tra Londra e Bruxelles. L’obiettivo in ultima analisi è di trovare una soluzione alla questione irlandese che sia accettabile a tutti.

Parlando a Strasburgo il capo-negoziatore comunitario Michel Barnier ha avvertito che «mai prima di ora il rischio di una hard Brexit è stato così elevato», a 10 settimane dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione. In questo contesto l’uomo politico ha ribadito: «Se il Regno Unito decidesse di rivedere le sue linee rosse in futuro, andando oltre un accordo di libero scambio, allora l’Unione europea sarebbe pronta a rispondervi favorevolmente».

Attualmente la dichiarazione di partenariato si basa sul desiderio di inglese di non partecipare né al mercato unico né all’unione doganale. Aprendo la porta a un nuovo negoziato su questo fronte, Michel Barnier ricorda alla controparte inglese che è possibile una nuova forma di intesa che risolverebbe la questione irlandese. L’accordo di divorzio è stato bocciato perché il paracadute per evitare il ritorno della frontiera tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord non ha convinto molti deputati.

Con un accordo di partenariato che prevederebbe la partecipazione del Regno Unito nel mercato unico e nell’unione doganale la questione irlandese verrebbe risolta di fatto: non vi sarebbe alcun confine. È pronto il governo May a rivedere le sue condizioni? Nulla è meno chiaro, tanto più che il paracadute irlandese è stato bocciato anche perché stabiliva tra le altre cose la partecipazione della Gran Bretagna all’unione doganale, un aspetto di cui i favorevoli all’uscita dall’Ue sono molto critici.

Dietro alla mossa comunitaria vi è certamente il tentativo di evitare che Bruxelles possa essere accusata di non fare abbastanza per evitare una hard Brexit. Vi è anche il desiderio di proporre soluzioni concrete per cercare se possibile di prevenire una uscita disordinata del Regno Unito dall’Unione, che avrebbe nefaste conseguenze economiche e sociali. Brexit è prevista per ora il 29 marzo, a meno che Londra non chieda un rinvio.

Il premier irlandese Leo Varadkar ha detto di vedere «poco spazio» per nuovi negoziati. Più ottimista la cancelliera Angela Merkel che da Berlino ha spiegato come vi sia «ancora spazio per trattare». Ha aggiunto: «Vogliamo che i danni, e ve ne saranno in ogni caso, siano i minori possibili. Allora naturalmente cercheremo di trovare una soluzione ordinata insieme». L’accordo di divorzio negoziato da Londra e Bruxelles negli ultimi due anni è stato bocciato a Westminster con 432 voti contrari e 202 voti a favore.

L’establishment comunitario aspetta che Londra, in piena crisi politica, faccia la prima mossa, decidendo come comportarsi. Il governo May ha tempo fino a lunedì per offrire nuove soluzioni, secondo un emendamento procedurale approvato ai Comuni all’inizio del mese. Intanto, il capogruppo liberale al Parlamento europeo Guy Verhofstadt ha esortato «tutti partiti britannici a mettere all’ordine del giorno gli interessi del Regno Unito, piuttosto che i loro interessi personali».




sabato 5 gennaio 2019

La gaffe di Huawei, puniti due dipendenti per aver mandato gli auguri di buon anno da un iPhone



Non è iniziato bene l'anno per due dipendenti Huawei colpevoli, secondo quanto riferiscono i media statunitensi, di aver twittato dall'account ufficiale del colosso cinese delle telecomunicazioni gli auguri per il 2019 utilizzando un iPhone. Il tweet è stato rimosso rapidamente ma gli screenshot dell'errore, con il post in cui si legge 'via Twitter for iPhone', si sono diffusi rapidamente sui social diventando virali. La loro circolazione "ha avuto un impatto negativo sulla reputazione del brand degli smartphone Huawei", ha scritto in una nota il gruppo cinese.

Per chi si occupa della comunicazione di Hauwei un tweet scritto nella maniera più corretta può essere comunque fatale. In particolare se condiviso attraverso un iPhone. Può suonare strano ma è quanto successo a due dipendenti dell’azienda cinese che hanno twittato la sera del 31 dicembre per fare gli auguri di buon inizio di anno nuovo. Tutto perfetto, se non che in basso a destra è comparsa la scritta «via Twitter for iPhone».

 Uno scivolone che è costato una severa punizione, stipendio decurtato e declassamento di un grado, per i lavoratori che secondo i piani alti dell’azienda hanno causato un grave danno all'immagine del brand, nonostante il tweet sia stato successivamente rimosso. Un errore involontario causato anche dalla fretta: il tweet sarebbe dovuto essere condiviso via desktop attraverso una Vpn. Il malfunzionamento di quest’ultima e l’avvicinarsi della mezzanotte ha costretto però gli impiegati a twittare dal proprio iPhone, causando poi la gaffe.

Twitter, come Facebook e Alphabet, sono bloccati in Cina. Per accedervi, gli utenti hanno bisogno di una connessione di rete privata virtuale (VPN). Proprio problemi di connessione con la VPN avrebbero spinto a utilizzare un iPhone con una scheda SIM in roaming per inviare il messaggio in tempo a mezzanotte.


giovedì 3 gennaio 2019

Francia: arrestato Eric Drouet, uno dei leader dei gilet gialli. “Ha organizzato protesta non autorizzata”





Eric Drouet, figura mediatica controversa dei gilet gialli, è stato arrestato per accertamenti ieri sera vicino agli Champs-Elyse'es a Parigi assieme ad altri sostenitori del movimento. Secondo una fonte della polizia, Drouet, uno dei promotori delle prime mobilitazioni nazionali scoppiate il 17 novembre scorso, è stato fermato mentre si dirigeva agli Champs Elyse'es, dove aveva chiamato a raccolta altri sostenitori. Secondo Franceinfo, una cinquantina di persone si erano radunate vicino a Place de la Concorde per rendere omaggio alle vittime e ai feriti dall'inizio del movimento. Secondo fonti della polizia citate dal sito Internet, Eric Drouet è stato arrestato per "partecipazione a manifestazione non autorizzata". Nelle prime ore del pomeriggio, il camionista trentatreenne aveva pubblicato un video su Facebook annunciando un'"azione" sugli Champs-Elysees. "Stasera, non faremo una grande azione, ma vogliamo scioccare l'opinione pubblica. Non so se ci sarà qualcuno con noi sugli "Champs" (...) Andremo tutti senza gilet", ha detto. –

Secondo una fonte della Procura, il controverso leader e portavoce delle dimostrazioni antigovernative delle scorse settimane, si stava dirigendo verso l'Arco di Trionfo, dove alcuni manifestanti lo stavano aspettando. L'uomo, che era già stato fermato lo scorso 22 dicembre, aveva pubblicato nel corso della giornata un video sul suo profilo Facebook in cui annunciava l'avvio di "un'azione" sugli Champs-Elysees.

L’arresto ha subito provocato immediate reazioni politiche, i rappresentanti del movimento accusano il governo di un «uso politico della polizia». Secondo quanto emerso, Drouet era seguito dalla polizia almeno dalle prime ore del pomeriggio e quando il leader dei gilet gialli ha riunito una trentina di militanti in place de la Concorde e ha cominciato a marciare verso l’Opera, sono arrivati i cellulari della polizia e lo hanno arrestato. Si tratta del secondo arresto per Drouet dall’inizio delle proteste: era già stato fermato il mese scorso per «possesso di arma vietata», secondo fonti giudiziarie

Drouet è considerato uno degli ispiratori delle proteste dei “gilet gialli” che hanno messo a ferro e fuoco la Francia per cinque settimane, dalla metà di novembre alla fine di dicembre 2018. Scontri con la polizia e manifestazioni che hanno caratterizzato tutto il territorio transalpino, dalle grandi metropoli fino alle campagne, costringendo  il presidente Macron a promettere un aumento del salario minimo e a detassare gli straordinari da gennaio 2019.