sabato 17 marzo 2018

Trump e i dazi all'Europa


Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha deciso di imporre dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio,  la decisione a tutela dell’industria siderurgica statunitense, sostenendo che queste importazioni mettono in pericolo la sicurezza nazionale: acciaio e alluminio vengono impiegati dall’industria bellica e la dipendenza da Paesi stranieri - questo il ragionamento dell’Amministrazione Usa - metterebbe il Paese nella impossibilità di difendersi in caso di conflitto armato. Per introdurre i dazi ha fatto ricorso a una legge varata nel 1962 (in piena Guerra Fredda). Le misure entreranno in vigore in 15 giorni.

Donald Trump ha minacciato la Ue di tassare le auto europee ed altri prodotti se non abbasseranno le loro barriere e tariffe. "L'Unione europea, Paesi meravigliosi che trattano gli Usa molto male sul commercio, si stanno lamentando delle tariffe su acciaio e alluminio. Se lasciano cadere le loro orribili barriere e tariffe su prodotti Usa in entrata, anche noi lasceremo cadere le nostre. Il monito del presidente è arrivato nel primo giorno di negoziati a Bruxelles tra Ue e Usa per l'esenzione dai dazi americani su acciaio e alluminio: l'approccio iniziale non è servito per ora a chiarire le prospettive per superare una eventuale guerra commerciale.

Il presidente statunitense aveva ribadito la sua decisione di imporre i dazi anche in una telefonata avuta con il presidente francese Emmanuel Macron durante la quale i due leader "hanno discusso delle alternative per rispondere alle preoccupazioni degli Stati Uniti". La commissaria europea al Commercio Cecilia Malmstroem invece, dopo un colloquio a Bruxelles definito "franco" con il rappresentante americano al Commercio, Robert Lighthizer, aveva twittato: "Come stretto partner commerciale e nel settore della sicurezza degli Stati Uniti, l'Ue deve essere escluso dalle misure annunciate". "Nessuna chiarezza immediata sull'esatta procedura americana per un'esenzione (dai dazi), dunque le discussioni continueranno", aveva concluso Malmstroem.

Prima del bilaterale con il rappresentante americano, la commissaria europea aveva avuto un incontro congiunto con lui e con il ministro dell'Economia e dell'Industria giapponese Hiroshige Seko, nell'ambito della cooperazione tra Bruxelles, Washington e Tokyo lanciata a margine della ministeriale del Wto del dicembre scorso per affrontare temi come le pratiche commerciali distorsive che portano a sovracapacità in settori come quelli dell'acciaio. Nel corso dell'incontro, la Malmstroem e Seko hanno sottolineato "la loro forte preoccupazione" per i dazi annunciati dal presidente Trump, esprimendo l'auspicio che le esportazioni europee e quelle giapponesi verso gli Stati Uniti siano esentate dall'applicazione di tariffe più alte.

Il tema preoccupa le diplomazie internazionali: Unione Europea e Giappone, ad esempio, cercano di svincolarsi dalle annunciate misure protezionistiche di Trump. Le tariffe annunciate dalla Casa Bianca ammontano a rincari del 25% dei prezzi dell’acciaio e del 10% dell’alluminio, con l’esclusione di paesi come Australia, Canada e Messico. Dalle dichiarazioni ufficiali si indovina la possibilità che altri paesi possano essere esentati dall’applicazione di questi dazi ma la possibilità, Eventualità che l’amministrazione Trump intende vagliare caso per caso, evitando di coinvolgere organismi internazionali come il Wto, l’organizzazione mondiale del commercio, protagonista negli ultimi 25 anni di un processo di abbattimento delle barriere doganali, che ha aumentato fortemente il commercio internazionale.

Preoccupata la Cina. Il ministro cinese del Commercio Zhong Shan sulle tensioni con Washington ha detto «che non ci sarà alcun vincitore da una guerra commerciale che «porterà disastri a Cina, Usa e al resto del mondo: la Cina non vuole una guerra commerciale e non sarà quella che ne comincerà una». «Detto questo, siamo in grado di affrontare ogni sfida. Difenderemo con forza gli interessi del Paese e della sua gente», ha aggiunto Zhong, in una conferenza stampa a margine della sessione parlamentale. La guerra commerciale «non genera benefici a favore di alcuno».

Anche Tokyo sta cercando di aprire qualche spiraglio in più nelle trattative con Washington. Il ministro giapponese dell'Economia e del Commercio Hiroshige Seko ha chiesto direttamente al rappresentante del commercio Usa, Robert Lighthizer, un'esenzione dai dazi su acciaio e allumininio, senza successo.«Le esportazioni giapponesi di acciaio e alluminio non hanno un impatto sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e contribuiscono in forte misura all'occupazione Usa e la loro crescita economica», ha ribadito Seko nel corso della conferenza che ha seguito il suo incontro a Bruxelles col segretario Usa e il commissario europeo per il commercio Cecilia Malmstrom. Tuttavia, Seko ha indicato che Lighthizer si è limitato a spiegare la tempistica e la procedura per l'implementazione delle nuove tariffe. Sull'intenzione dell'Ue di adottare contromisure, Seko ha aggiunto: «I provvedimenti che si basano sulle rappresaglie non servono gli interessi di nessuna nazione», ha detto il ministro nipponico, ritenendo che sia più opportuno riferirsi ai principi dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), «per evitare di scatenare una guerra che si fonda sulle ritorsioni commerciali».




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