lunedì 21 agosto 2017

Usa e Corea del Sud sfidano Kim al via Ulchi Freedon Guardian, l'esercitazione congiunta




Anche se Seul e Washington sostengono si tratti di manovre di carattere difensivo, in caso di invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord, Pyongyang lo considera un messaggio di guerra e in genere risponde effettuando test missilistici.

Gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno dato il via alle loro annuali esercitazioni militari congiunte, nonostante l'escalation di minacce che da settimane arrivano dalla Corea del Nord. Le manovre militari, denominate 'Ulchi Freedom Guardian', vedranno per i prossimi 11 giorni circa 50mila militari sudcoreani e circa 17.500 americani impegnati in una simulazione al computer di una guerra nella penisola coreana circa 7.500 uomini in meno del 2016. La decisione di ridurre il numero di soldati americani non risponde tuttavia alle recenti tensioni con la Corea del Nord ma sottolinea la necessità di enfatizzare l'integrazione nelle operazioni con Seul, secondo quanto dichiarato dal segretario alla Difesa Usa, James Mattis. Le esercitazioni, la maggior simulazione bellica computerizzata del mondo, prevedono quest'anno anche rappresentanti di sette paesi (Australia, Canada, Regno Unito, Nuova Zelanda, Olanda, Danimarca e Colombia) del Comando delle Nazioni Unite e dureranno fino al 31 agosto. Anche se Seul e Washington sostengono si tratti di manovre di carattere difensivo, in caso di invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord, Pyongyang lo considera un messaggio di guerra e in genere risponde effettuando test missilistici.

Con le esercitazioni, quindi, si vuole "assicurare che siamo pronti a difendere la Corea del Sud e i nostri alleati", ha affermato il capo del Pentagono, James Mattis. Il numero di americani che vi partecipano è comunque inferiore a quello degli anni precedenti, anche se 3mila militari sono arrivati a rafforzare il contingente delle forze Usa in Corea del Sud.

Mattis ha negato che questa riduzione sia stata decisa in relazione alle minacce di Pyongyang. Intanto già ieri il regime nordcoreano ha definito le manovre "un'espressione di ostilità", affermando che nessuno può garantire che queste "non porteranno a un conflitto".

Nell'editoriale pubblicato dall'organo ufficiale del regime, Rodong Sinmun, si afferma poi che "se gli Stati Uniti sono persi nella fantasia che la guerra nella penisola sia lontana, nella casa di qualcun altro dall'altra parte del Pacifico, non si sono mai sbagliati così tanto". Un modo quindi per ribadire le minacce, ripetute più volte da Kim Jong-un, di lanci di missili in grado di colpire Guam, il territorio Usa nel Pacifico, e non solo.

Sul sito di propaganda nordcoreano, Uriminzokkiri, si accusano poi Washington e Seul di voler usare le manovre militari per lanciare una vera guerra nucleare nella penisola. "La Nordcorea ha l'esercito sudcoreano nel suo mirino", conclude.

Mattis replica a queste accuse, affermando che gli Stati Uniti sono stati "molto trasparenti" prima dell'avvio delle tradizionali esercitazioni. "La Corea del Nord sa che sono completamente difensive, qualsiasi cosa possano dire in pubblico, sanno bene che sono manovre militari di difesa", ha aggiunto il ministro della Difesa Usa. Pechino ha criticato Washington e Seul ed ha chiesto un cambio di atteggiamento per alleggerire le tensioni con la Corea del Nord. "Non pensiamo che le manovre congiunte alleggeriranno l'attuale tensione", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying. La Cina chiede alle "parti coinvolte" di "prendere in seria considerazione" la sua proposta, che prevede la sospensione del programma nucleare nordcoreano in cambio della rinuncia da parte di Seul e Washington alle manovre militari.

La Corea del Nord ha subito reagito minacciando di lanciare un “attacco nucleare preventivo”. Il regime di Kim Jong-Un scrive nei media di Stato: “Se i guerrafondai mostreranno il minimo segnale di aggressione, trasformeremo la roccaforte della provocazione in un mucchio di cenere”. Seul tenta di abbassare i toni parlando di esercitazioni “di natura non provocatoria”. Ma il momento è di grande tensione, dopo che Pyongyang ha realizzato a inizio anno il suo quarto test nucleare e il lancio di un razzo spaziale considerato un test di missile di lungo raggio.

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