La blogger dissidente cubana Yoani Sanchez, arrestata giovedì, è stata liberata dopo trenta ore di detenzione. La stessa Yoani ha annunciato su twitter di essere stata "liberata dopo 30 ore di detenzione" e ha ringraziato "tutti quelli che hanno alzato al loro voce e i loro tweet. Non ho toccato né cibo né acqua".
"Siamo stati appena liberati! 30 ore di detenzione e molti aneddoti da raccontare", ha twittato la Sanchez.
Grazie a tutti quelli che hanno levato la loro voce e i loro tweet perché tornassimo a casa", ha aggiunto pochi secondi dopo. "Durante la mia detenzione ho rifiutato di mangiare e di bere ogni liquido, primo bicchiere d’acqua che hopreso al rientro a casa come fuoco nell’esofago". In successivi tweet la bloggerha scritto che "ancora è in stato d’arresto Henry Constantin a Rio Cauto, arrestato all’ingresso del tribunale di Bayamo".
La "blogger cieca" così si definisce perchè non vede quello che invia su internet, era stata arrestata giovedì insieme al marito, il giornalista Reinaldo Escobar, a Bayamo, 750 km a sudest dell'Avana, dove voleva assistere al processo contro un giovane politico spagnolo accusato di omicidio colposo per la morte di un dissidente. Il giovane attivista spagnolo del Partido Popular di Madrid Angel Carromero è stato accusato dalle autorità castriste di omicidio colposo per l'incidente stradale nel quale, lo scorso 22 luglio, sono morti il dissidente Oswaldo Payà e un altro oppositore cubano, Harold Cepero, e rischia 7 anni di carcere. La versione ufficiale sulla morte di Payà è peraltro contestata dai familiari e da ambienti del dissenso.
Yoani Sanchez, blogger anti-regime, è ormai da tempo nel mirino del governo di Raul Castro. Qualche mese fa, il sito web ufficiale Cubadebate ha pubblicato un attacco frontale alla dissidente, descrivendola come "mercenaria", "bugiarda" e "ignorante", "un'impiegata" dell'organismo statunitense Sina. Il dossier del sito era accompagnato da una foto in cui il volto della Sanchez era inquadrato in una banconota da 100 dollari Usa, con sotto la scritta: "Tutto per soldi". Nel dossier si citava tra l'altro un'indagine condotta dagli Usa, e svelata da Wikileaks, in cui Sanchez viene indicata come una "falsa leader", "conosciuta solo dal 2% degli intervistati".
Il suo blog 'Generazione Y', veniva inoltre sottolineato, "non ha alcun impatto presso l'opinione pubblica cubana". Cubadebate sosteneva poi che il blog della dissidente "non è un referente internazionale affidabile per conoscere gli argomenti cubani", che la Sanchez è "una falsa esperta e una falsa libertaria" e che la sua "ignoranza sulla storia e la realtà cubana sono proverbiali". E' una "bugiarda compulsiva", rincarava la dose il sito. La blogger viene molto spesso invitata all'estero per partecipare a incontri o ricevere premi. Come ricorda spesso la stessa Sanchez via twitter, le autorità le hanno impedito di lasciare il paese ormai una ventina di volte.
Sulla vicenda dell'arresto aveva preso duramente posizione anche il ministro degli Esteri italiano, Terzi.
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