giovedì 24 marzo 2016

Luna: i poli si sono spostati miliardi di anni fa


La Luna ci mostra sempre la stessa faccia, grazie alla rotazione sincrona con la Terra. Ma uno studio appena uscito su Nature dimostra che 3.5 miliardi di anni fa lo scenario era molto diverso. La scoperta potrà aiutarci a indagare il passato del nostro satellite e del nostro pianeta, e forse anche a svelare l’origine dell’acqua che si trova sulle loro superfici. Questo  studio finanziato dalla NASA suggerisce che l’asse di rotazione deve essersi spostato di circa cinque gradi, a testimoniare il cambiamento sarebbe la presenza di ghiaccio in due posizioni perfettamente opposte dell’emisfero meridionale e settentrionale.

“La stessa faccia della Luna non ha sempre puntato verso la Terra“, ha dichiarato nel report Matthew Siegler, del Planetary Science Institute di Tucson, Arizona, autore dell’articolo pubblicato su Nature.
«Questa scoperta è sorprendente», ha detto Siegler. «Tendiamo a pensare che gli oggetti in cielo siano sempre stati come li osserviamo noi, ma in questo caso i dati ci mostrano che una superficie così familiare come la faccia a noi nota della Luna in passato era molto diversa. Miliardi di anni fa, il riscaldamento all’interno del nostro satellite ha fatto sì che la faccia rivolta verso di noi si spostasse verso l’alto, a causa di un cambiamento fisico dell’asse di rotazione. Sarebbe come se il polo sud terrestre si spostasse dall’Antartide all’Australia».

Sapevamo che il ghiaccio d’acqua esiste sulla superficie del nostro satellite solo nei crateri perennemente in ombra, mentre evaporerebbe nelle zone esposte alla luce diretta del Sole. Ma gli scienziati hanno analizzato i dati rilevati dagli strumenti nel corso di diverse missioni, come il Lunar Prospector, il Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), il Lunar Crater and Observation Sensing Satellite (LCROSS) e il Gravity Recovery and Interior Laboratory (GRAIL), notando una relazione nella distribuzione dei depositi di ghiaccio polari. Tali accumuli, infatti, non si trovano perfettamente ai poli ma risultano leggermente spostati, esattamente della stessa distanza ed in direzioni opposte, suggerendo che l’asse di rotazione in passato era inclinato rispetto a quello attuale. Questo significa che anticamente doveva esserci più ghiaccio successivamente evaporato a seguito del cambio di inclinazione, mentre l’unico sopravvissuto è quello depositato nei crateri rimasti in ombra sia con il vecchio che con il nuovo orientamento.

Questo incredibile risultato implica che gran parte del ghiaccio lunare deve essere antico di miliardi di anni ed ha importanti risvolti sulla storia del vulcanesimo del nostro satellite. Un corpo planetario, infatti, può modificare il proprio asse di rotazione quando si verifica un cambiamento nella distribuzione della massa e secondo gli autori, questo meccanismo per la Luna sarebbe scaturito dalla regione Procellarum, una delle zone più radioattive. Qui, un intenso vulcanesimo e la radiotività sarebbero stati sufficienti a riscaldare una porzione di mantello lunare, causando una variazione di densità abbastanza significativa per ri-orientare la Luna. Poi, parte del materiale del mantello fuso e riscaldato sarebbe risalito in superficie per formare le macchie scure visibili che riempiono i grandi bacini lunari conosciuti come mari.

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