lunedì 24 settembre 2018

L'ultimo discorso sullo stato dell'Unione di Jean-Claude Juncker


Jean-Claude Juncker ha tenuto davanti alla plenaria di Strasburgo l'atteso discorso sullo stato dell'Unione, l'ultimo prima delle elezioni europee in programma a maggio 2019.

Un anno fa Juncker aveva annunciato progetti e obiettivi da raggiungere nei mesi successivi: "'Non penso che siamo alla vigilia di una catastrofe come quella della prima guerra mondiale, tuttavia dobbiamo ricordarci di essere felici perché viviamo in un continente di pace grazie all'Unione europea: per questo dobbiamo rispettarla meglio, difendere il nostro modo di essere e di vivere", ha detto Juncker, che ha aggiunto: 'Si' al patriottismo che non è rivolto contro gli altri, no al nazionalismo che respinge e detesta gli altri, che distrugge, cerchiamo invece soluzioni che ci permettano vivere insieme. Mai più la guerra, dicevano i nostri “padri fondatori”, ciò per noi è un faro, dobbiamo essere vigili'. Aprire vie di immigrazione legale  "E' impossibile ogni volta che arriva un'imbarcazione elaborare soluzioni ad hoc. Le soluzioni ad hoc non bastano più. Abbiamo bisogno di maggiore solidarietà nel presente e nel futuro e deve essere una solidarietà duratura". "Dobbiamo aprire delle vie di migrazione legale per l'Europa, abbiamo bisogno di migranti qualificati - ha aggiunto - le proposte della Commissione ci sono da tempo, vi invito a utilizzarle".

Nel concreto, Juncker ha già annunciato il progetto di una polizia di frontiera europea con 10mila agenti schierati alla frontiera, con l’intenzione di rafforzare Frontex (un’agenzia che raccorda l’attività delle guardie costiere Ue) e trasferire competenze dai governi nazionali a Bruxelles. Gli osservatori internazionali si aspettano anche proposte per regolamentare l’uso dei dati personali degli utenti Ue da parte dei partiti europei, misure per snellire le procedure decisionali (stabilendo aree di politica estere dove le decisioni possono essere prese con maggioranza di due terzi e non l’unanimità) e una serie di misure attuabili entro maggio 2019, da regole anti-riciclaggio a piani di sostegno per lo sviluppo dell’Africa. Politico, una testata specializzata, aggiunge che Juncker potrebbe spendersi anche sulla proposta di stabilire l’euro come valuta di riferimento per la Ue su scala globale (in sostituzione del dollaro).

"Ogni volta che l'Europa parla con una sola voce riesce ad imporsi agli altri, deve agire come un fronte compatto, e noi lo abbiamo dimostrato quando abbiamo difeso l'accordo di Parigi" sul clima ha precisato il presidente della Commissione.

"Le sfide esterne si moltiplicano, non possiamo mollare la presa per costruire un'Europa più unita e più forte. Gli allargamenti per me restano successo, abbiamo conciliato geografia e storia, ma restano sforzi da fare" ha sottolineato Juncker. "Dobbiamo definire in modo definitivo l'adesione dei paesi dei Balcani occidentali altrimenti gli altri si assumeranno compito di dare forma ai nostri vicini", ha aggiunto. "L'Europa deve restare un continente di apertura e tolleranza, non sarà mai una fortezza in un mondo che soffre, non sarà mai un'isola, resterà multilaterale, il pianeta non appartiene a pochi" ha sottolineato Juncker.

Il presidente della Commissione Europea ha poi affrontato il tema dei migranti. "Resto contrario alle frontiere interne, laddove sono state create devono essere eliminate. I nostri sforzi hanno portato a dei risultati con meno profughi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, tuttavia gli Stati membri non hanno ancora trovato un rapporto giusto fra la responsabilità dei singoli paesi e la necessaria solidarietà, che deve essere dimostrata se vogliono mantenere lo spazio Schengen senza confini". E proprio per aiutare gli stati dell'Unione Juncker propone "un rafforzamento della guardia costiera e di frontiera europea fino a 10mila unità da qui al 2020 ed un'agenzia europea per l'asilo".

Il numero di migranti che arriva in Europa attraverso il Mediterraneo continua a diminuire, ma ci sono diversi fattori da considerare.

In primo luogo mentre il volume degli arrivi attraverso l'Italia e la Grecia è diminuito dallo scorso settembre, è invece aumentato in Spagna.

Inoltre secondo Bernd Parusel, esperto della Rete Europea sulle Migrazioni, il calo degli arrivi non è necessariamente imputabile all'Ue. Ad esempio, il calo del numero di coloro che arrivano in Italia è dovuto al rifiuto di Roma di far attraccare nei propri porti le navi che trasportano migranti.

Infine è aumentata la percentuale di migranti che muoiono cercando di attraversare il Mediterraneo. Una delle ragioni principali dell'aumento del tasso di mortalità è la riduzione del numero di ong che gestiscono missioni di salvataggio dei migranti tra la Libia e l'Italia. Inoltre, secondo Parusel, ciò ha comportato un minor numero di migranti che lasciano la Libia e un conseguente peggioramento delle loro condizioni di vita.

Juncker ha detto l'anno scorso di voler migliorare urgentemente in quest'area. "Non sono stato in Libia, ma da tutto quello che ho sentito e letto le condizioni non sono realmente migliorate - ha detto Parusel -. Probabilmente di recente sono peggiorate perché c'è stato un aumento dei combattimenti tra le milizie e un numero imprecisato di migranti è rimasto intrappolato lì. Migranti che volevano venire in Europa ma che ora sono intrappolati in Libia. E' anche più difficile per le ong e l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati operare in Libia".

Che dire poi del numero di rimpatri, un'altra area in cui Juncker ha chiesto dei miglioramenti? Non ci sono ancora dati per il 2018, ma gli ultimi dati Eurostat mostrano una diminuzione del numero di persone che vengono rimpatriate.

Nel 2017 ci sono stati 214.150 rimpatriati, rispetto ai 250.015 dell'anno precedente. "Penso che qui ci troviamo a dover affrontare molti problemi: i migranti irregolari non hanno documenti di viaggio, in alcuni casi i paesi di origine non vogliono riammetterli, mentre in alcuni paesi la situazione della sicurezza è così problematica che è difficile per le forze dell'ordine effettuare il rimpatrio".

Sull'ultimo impegno di Juncker - lavorare per aprire percorsi legali che permettano alle persone di raggiungere l'Europa - Parusel ha detto che per coloro che cercano di fuggire da situazioni disperate ci sono ancora "pochissime opportunità".




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