martedì 25 aprile 2023

Tratto da Rosso e Nero di DE FELICE a cura di Pasquale Chessa


Rifacciamo la resistenza




La caduta del governo Parri, il dicembre 1945, mise fine al sogno della “Resistenza al potere”. Fu proprio nei pochi mesi dopo il 25 aprile, che si giocarono i destini dell’Italia futura. Infatti saranno due partiti Democrazia Cristiana e partito comunista, a conquistare il consenso delle masse. E dietro di loro due grandi potenze: la Russia di Stalin e il Vaticano di PIO XII.

…….Ferruccio Parri aveva sempre pensato che la rivoluzione politica della Resistenza avesse come nerbo il PCI e il Pd’a. Durante la guerra partigiana aveva finito per sacrificare un partito, il suo Partito d’azione, sull’altare del mito dell’ ”unità” antifascista. Per reggere la situazione ci sarebbe voluta ben altra tempra politica. 

  In realtà, dai combattenti comunisti non fu mai accetta l’idea partigiana dovesse essere combattuta solo per tornare alla “democrazia parlamentare borghese prefascista. L’obiettivo ultimo del PCI, fino alla fine, rimase la “democrazia popolare”  o come si preferì chiamarla nella versione italiana, la “democrazia progressiva”, fondata sull’unità della Resistenza intesa  come passaggio verso il mito della dittatura del proletariato.  


In relazione  al mito resistenziale, gli anni del terrorismo fecero emergere un altro problema, decisivo per bi destini ideologici della estrema sinistra armata: quando e quanto l’uso della violenza, fuori da un quadro istituzionale, potesse legittimare la lotta politica. Perché   contro il fascismo della Repubblica di Salo’ si, mentre contro la la Democrazia Cristiana di Moro no?

Ricorda nel testo intervista che l’8 settembre 1943 fu la “morte della patria” e in merito De FELICE, da grande scienziato della storia, ha consigliato di leggere “De profundis”, straordinario racconto verità di Salvatore SATTA. 

Questo esposto è una brevissima parentesi che si riferisce alle 167 pagine dell’intervista di Pasquale Chessa allo storico. Renzo De Felice - è riconosciuto come massimo storico dell'epoca fascista, prova ne sono le sue opere. L'impostazione del libro, in collaborazione con un giornalista che formula domande multiple, rende agevole la lettura.

Visto l’interesse dell’argomento e nonostante siano passati quasi 30 anni dalla pubblicazione il testo risulta essere ancora valido e contemporaneo.




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