Sui social circola un video in cui si vede un agente che prende a calci una donna durante la manifestazione a San Pietroburgo: secondo i media, la 54ene ha subito un trauma cranico ed ora è ricoverata in coma.
La polizia russa ha arrestato numerosi sostenitori dell'oppositore Alexei Navalny, scesi in piazza dopo il suo appello a protestare contro il presidente Vladimir Putin.
Le prime proteste si sono svolte in Estremo Oriente e in Siberia, comprese Vladivostok, Khabarovsk e Chita, dove diverse migliaia di persone sono scese in piazza, hanno detto i sostenitori di Navalny. Nella capitale, piazza Pushkin e nelle aree dello shopping e nelle strade principali sono apparse barricate. Tra i fermati molti portavano cartelli con scritto "Io non ho paura", citazione dello stesso Navalny e diventata uno degli slogan della giornata.
"Il prossimo fine settimana terremo nuove proteste in tutto il Paese. Alexey Navalny deve essere immediatamente rilasciato dalle grinfie dei suoi assassini e le nostre richieste, assolutamente giuste, devono essere soddisfatte". Lo ha detto su Twitter Leonid Volkov, coordinatore della rete regionale del Fondo Anti-Corruzione di Navalny.
A Mosca la polizia ha iniziato a fermare i manifestanti pro-Navalny ancora prima dell'inizio della protesta contro l'arresto dell'oppositore. Secondo la testata online Meduza. Gli agenti trattengono chi ha in mano cartelli con slogan pro-opposizione come "Libertà per i prigionieri politici".
Un allarme è stato lanciato poi dal commissario per i diritti dei bambini, che afferma che tra gli arrestati vi sono almeno 300 minorenni. Decine di migliaia di russi hanno partecipato a proteste che si sono svolte in almeno 100 città in tutta la Russia per chiedere il rilascio del dissidente russo e protestare contro Vladimir Putin. I sostenitori di Navalny parlano di almeno 40mila dimostranti per la manifestazione di Mosca, parla di una "grandiosa azione tutta russa" e promette di continuare la protesta.
Navalny è stato incarcerato al suo rientro dalla Germania dove si trovava da agosto scorso in seguito a un avvelenamento. Il giorno della protesta dei sostenitori di Alexei Navalny, rivale numero uno di Vladimir Putin, sono scesi in piazza, nonostante il freddo polare. Si tratta di manifestazioni non autorizzate dalle autorità. Sarebbero almeno 40.000 le persone che si sono unite alle proteste a Mosca per chiedere il suo rilascio per quella che sembra essere una delle più grandi azioni di protesta anti-Putin nel paese. La miccia: la pubblicazione di un video di quasi due ore, in cui il blogger attribuisce al presidente russo Vladimir Putin spese folli per una tenuta sul Mar Nero. Secondo i cronisti di Afp durante la marcia nella capitale, la polizia ha usato pesantemente la forza per disperdere i dimostranti, utilizzando i manganelli.
Intanto il mondo guarda attonito e reagisce con diverse dichiarazioni che richiamano al rispetto dei diritti civili. L'Europa "Seguo gli eventi in corso in Russia con preoccupazione. Deploro le detenzioni" dei manifestanti da parte della polizia, "l'uso sproporzionato della forza, l'interruzione delle connessioni internet e delle reti telefoniche", scrive su Twitter l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borell. "Lunedì discuteremo i prossimi passi" da intraprendere nei confronti di Mosca "con i ministri degli esteri degli stati membri", aggiunge.
Proteste anche al quartier generale dell'FSB, i servizi di sicurezza interni eredi del KGB, situato sulla Lubyanka. I manifestanti urlano lo slogan "Russia senza Putin". Tra i fermati anche la dissidente Liubov Sobol, una delle più strette collaboratrici di Aleksey Navalny. Lo riporta la testata online Meduza rimandando a un video della tv Dozhd. Sobol era stata fermata anche giovedì e multata per 250.000 rubli (circa 2.750 euro) da un tribunale di Mosca.
E' stata rilasciata dopo l'arresto a Mosca anche la moglie di Navalny, Yulia che manifestava a Mosca. Sul suo profilo Instagram ha postato una foto scattata all'interno di un van della polizia: "Scusate la bassa qualità. Una luce terribile nella camionetta della polizia". Lo riporta il sito di Mbkh media. A San Pietroburgo Arresti anche in piazza del Senato, a San Pietroburgo. "Mi vergognerei di restare a casa. Ho bisogno di parlare, ho bisogno di esprimere la mia posizione", dice Galina Fedosseva, 50 anni. "La gente è stanca di Putin, (è stato presidente) tutta la mia vita. È ora di fare spazio agli altri. (...) Non voglio vivere sotto una dittatura ", ha detto il ventenne Alexeï Skvortsov.
Le forze dell'ordine di Mosca hanno già detto che le proteste verranno considerate come "una minaccia all'ordine pubblico" e saranno "immediatamente represse". Il Cremlino ha ribadito per l'ennesima volta che sono "inammissibili" e la Procura generale ha avvertito che chi vi prende parte potrà essere perseguito penalmente per "disordini di massa". Intanto il Comitato Investigativo ha già aperto un procedimento penale per aver lanciato l'appello a scendere in piazza e con l'aggravante del coinvolgimento di minori.