martedì 12 maggio 2020

Baarle Nassau, il borgo che taglia coronavirus (e doveri) in due





Passare da una stanza all’altra e varcare il confine, dormire nello stesso letto eppure essere in due paesi diversi: per gli abitanti della cittadina di Baarle-Nassau è la normalità. L’anomalia geografia deriva da una lunga tradizione di contese interne, che risalgono fin dal medioevo, fra due case aristocratiche: Baarle-Nassau era di proprietà della casata belga Naussau, ma al suo interno un pezzo di terra, la cosiddetta Baaler-Hertog, era in mano al duca olandese di Brabant. 

La più strana e complicata enclave europea è quella di Baarle-Hertog. Un insieme di pezzetti di territorio belga, immersi nel territorio olandese, vicino al confine fra i due Paesi. Essi formano un mosaico, ed hanno delle particolarità molto strane. 

Questa strana situazione è presente fin dal lontano 1479 nella cittadina di Baarle, che è suddivisa fra Hertog, in Belgio, e Nassau, in Olanda. La cittadina è percorsa da strade e piazze, come in tutti i centri abitati, ma queste strade sono talvolta tagliate dal confine, o per lungo o trasversalmente. Se il confine corre lungo la mezzeria, di qua abbiamo abitazioni belghe e di là case appartenenti ai Paesi Bassi. Si passa da uno Stato all'altro, e il cambiamento di sovranità del suolo calpestato dall'ignaro visitatore può avvenire molte volte durante una breve passeggiata.

La quarantena imposta dal Governo di Bruxelles ma non da quello dell’Aja ha evidenziato un confine che fino ad oggi era ininfluente sulla vita dei cittadini.

Potreste provare un senso di pena, oppure di rabbia, tristezza e compassione o, perché no, di invidia.

Se vi sentite così prendete il treno, l’aereo o la macchina e raggiungete Baarle-Nassau, una cittadina dei Paesi Bassi che conta 6.701 anime, nella provincia del Brabante settentrionale. Al suo interno si trova l’exclave belga di Baarle-Hertog, che a sua volta circonda diversi territori olandesi. Insomma, un labirinto.

Come dite? Le restrizioni del Governo vi obbligano a stare a casa e non potete neppure portare fuori il cane perché non lo avete? Allora accontentatevi di provare pena, rabbia o invidia per chi, al confine del confine tra Olanda e Belgio, si trova a fare i conti con due pesi e due misure indotte dal coronavirus, anche se vive spesso sotto lo stesso tetto.

Non è un modo di dire. La regola generale a Baarle-Nassau è che se il portone si trova esattamente sulla linea di confine è l’inquilino a decidere dove registrare il proprio domicilio: Paesi Bassi o Belgio.

È accaduto però in questo borgo, che i cittadini si siano trovati di fronte al dilemma di una casa costruita a cavallo del confine: come ristrutturare la casa al suo interno e rifare l’intonaco esterno se il solo ingresso ricade in territorio olandese? Le leggi dei Paesi Bassi sono molto più restrittive di quelle belghe. E allora come si fa? Semplice, apro una seconda porta ingresso sul suolo belga, dove le normative sono più permissive. Et voilà: casa riverniciata e architettura rivista.

Certo, direte voi: vallo a fare con le strade o sul suolo pubblico tagliato a metà da un confine che zigzagando taglia edifici, piazze e mercati e sarebbe invisibile se non fosse per quelle mattonelle che da un lato sono affiancate dalla lettera “B” (Belgio ) e dall’altra dal dittongo “Nl” (Paesi Bassi)? E difatti accade che asfaltare le strade diventi un problema, da risolvere con l’armonia e il buon senso. I sindaci – ovviamente – sono due ma decidono di comune accordo le questioni che riguardano viabilità, illuminazione e fognatura.

Ora, accade che a dividere in due questo villaggio perfettamente bilingue e dove la maggior parte dei cittadini è dotato di doppio passaporto e vive pacifica e serena  intervenga la quarantena imposta dal Governo di Bruxelles. Limitazioni per le uscite e attività commerciali, birrerie e negozi chiusi.

Peccato che quelli a un passo dalle mattonelle di confine, nel territorio olandese, restino (almeno per il momento) aperti. L’età legale per bere alcoolici è 18 anni nei Paesi Bassi e 16 in Belgio.

Non solo. Per evitare di trovarsi a fare i conti con i pendolari della benzina – in Belgio il carburante costa meno che nei Paesi Bassi – è fatto divieto agli olandesi di rifornirsi nelle stazioni “dall’altra parte” del confine. La sanzione per gli olandesi che non rispettano le regole va dai 350 ai 4mila euro.

I controlli di fatto sono inesistenti (la convivenza pacifica tollera molte distrazioni) ed un giornalista olandese della testata Omroep Brabant lo ha provato sul campo. Questa anomalia geografica è il frutto di conflitti – risalenti al Medioevo – tra dinastie aristocratiche. Baarle-Nassau era di proprietà della casata belga Breda-Naussau ma al suo interno Baaler-Hertog, era di proprietà del duca olandese di Brabant. Il Belgio ottenne l’indipendenza dall’Olanda nel 1831 ma i confini non sono stati definiti prima del 1995.

Nel 1959 la Corte di Giustizia dell’Aia ha confermato la sovranità del Belgio su quelle porziuncole in territorio olandese che occupano circa otto chilometri quadrati, sanando così il contenzioso fra i due Paesi confinanti. 

Al turista (prima dell’emergenza da coronavirus) tutto ciò non interessava e, come del resto i residenti, saltella indifferentemente da una parte all’altra. Si rende conto dell’esistenza dei due Stati se fa caso alle differenze tra i bus, le cabine telefoniche (di fatto sparite con l’avvento della telefonia mobile), gli uffici postali o se presta, chissà perché, attenzione alle targhe dei veicoli.

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