A 146 anni dalla costruzione del Canale, il raddoppio di una parte del tratto esistente con un canale parallelo che velocizzerà il traffico rilanciando l'economia del Paese.
Transiterà il doppio delle navi con tempi di percorrenza quasi dimezzati. Nelle previsioni del governo di Al-Sissi, dovrebbe triplicare gli introiti portandoli a oltre 13 miliardi all'anno entro il 2024 rispetto ai 5,3 miliardi di dollari del 2014.
La realizzazione della via d'acqua è un passo importante per l'Egitto e il nuovo corso di politica economica annunciato dal presidente Abdel Fatah al Sisi al vertice di Sharm al Sheikh del marzo scorso. Il governo egiziano intende raddoppiare le entrate provenienti dal Canale di Suez, raggiungendo i 10-11 miliardi di dollari l'anno rispetto ai 5 miliardi attuali. Il progetto di sviluppo del Canale consentirà il transito di navi di nuova generazione che attualmente sono costrette a circumnavigare l'Africa attraverso il Capo di buona speranza.
Per il governo egiziano l'Egitto intende "fare un dono al mondo intero" riducendo i costi di attraversamento del Canale del 40 per cento. Le navi di piccole dimensioni, sinora, hanno dovuto aspettare nelle acque territoriali per circa 18 ore per attraversare il Canale, ma con il nuovo tratto che sarà inaugurato domani questa procedura sarà velocizzata. Il nuovo canale si estenderà lungo una superficie di 34 chilometri espandendo le rotte del commercio navale e consentendo nuovi scambi tra l'Europa e l'Asia.
Nei giorni scorsi il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi ha definito il raddoppio del Canale di Suez: "Il nostro dono al mondo". Hani Shoukry, rappresentante del Consorzio internazionale Wwp, società organizzatrice dell'evento inaugurale ha dichiarato di "non aver speso un centesimo per la cerimonia che è stata interamente finanziata dalle compagnie internazionali". Il nuovo canale rappresenterà una risorsa per il turismo e l'economia dell'Egitto dal momento che fornirà più di 13,2 miliardi di dollari all'anno ed alzerà le entrate di Suez del 259 per cento.
Tra il 2000 e il 2014 il trend di traffico del Canale di Suez ha visto registrare un aumento di oltre il 120% delle merci transitate, valore che sale a +202% se si considerano solo i traffici dei container: (+187% nella direzione nord-sud e +219% nella direzione sud-nord). Inoltre - a differenza del Canale di Panama che manterrà anche dopo i lavori di ampliamento il limite delle navi da 13.000-14.500 container - il Canale di Suez non ha limiti nella dimensione delle navi che vi possono transitare. Grazie alla combinazione di tre fattori - diminuzione dei tempi, aumento del numero dei passaggi e nessun limite dimensionale – si prevede un aumento della convenienza di passaggio via Suez anche p anche per alcune rotte dall'Asia verso la costa occidentale degli Stati Uniti che attualmente usano Panama.
La storia del Canale data diversi secoli. I primi progetti di una via navigabile che unisse il Mar Rosso al Mediterraneo sembrano risalire infatti al 1850 a.C. quando il faraone Sesostris III della XII dinastia, tentò di costruire una via d'acqua est-ovest che unisse il Nilo con il Mar Rosso a fini commerciali. Intorno al 600 a.C., un altro faraone Neco II (o Nekau), si imbarcò nella stessa impresa ma non vi riuscì. Fu invece grazie al re persiano Dario I, intorno al 270 a.C., che quei lavori vennero ripresi e portati a termine. Tolomeo II, faraone ellenistico, lo restaurò nel 250 a.C., ma nei successivi mille anni il tratto venne modificato, cambiato e distrutto varie volte.
Bisognerà attendere Napoleone Bonaparte che nel 1799, propose durante la sua spedizione in Egitto, di riprendere il progetto di costruire un canale, senza però riuscirvi. Una prima rilevazione, poi rivelatasi sbagliata, concluse infatti che il dislivello tra i due mari era di oltre 10 metri e ciò avrebbe reso necessario un sistema di chiuse. Nel 1833 un ingegnere francese seguace di Saint Simon presentò al viceré d'Egitto Mohamed Ali un progetto che però non fu attuato. Ma è dopo la metà del XIX secolo che l'opera viene finalmente realizzata, grazie a a Ferdinand de Lesseps, diplomatico francese che riuscì ad ottenere una concessione da Said Pascià, viceré d'Egitto, per mettere su una società (Compagnie universelle du canal maritime de Suez), che costruisse un canale marittimo e che lo gestisse per 99 anni. In poco più di dieci anni, tra il 1858 e il 1869 viene completato il primo moderno Canale di Suez che collegò il Mediterraneo al Mar Rosso evitando ai mercantili di dover circumnavigare l'Africa.
Il piano del Canale fu animato in particolare dal diplomatico Ferdinand de Lesseps su progetto dell’italiano Luigi Negrelli (1799-1858). L'inaugurazione avvenne, sotto il controllo dei francesi, il 17 novembre 1869, alla presenza del khedivè (viceré) Ismail, pascià d'Egitto e del Sudan, ospite d'onore Eugenia, moglie di Napoleone III.
Il pascià aveva ordinato per l'occasione un'opera a Giuseppe Verdi, ma l'Aida fu rappresentata al Cairo la vigilia di Natale del 1871 quando Napoleone III aveva già perduto l'impero a Sedan. Nei dieci anni in cui fu scavato il Canale, che ha accorciato di circa settemila chilometri la distanza tra l'Europa e l'India, non dovendo le navi passare per il Capo di Buona Speranza, l'intenso traffico di mercanti e tecnici ha contribuito a rianimare la città di Alessandria. La quale è diventata un'importante borsa del cotone, approfittando della guerra di secessione americana che bloccava il commercio d'Oltratlantico, e della guerra di indipendenza greca che faceva della città egiziana un rifugio ambito. In quell'agitato periodo Alessandria.
Nel 1882, durante la rivolta di A. ‛Urabi pasha il canale fu difeso dalle truppe britanniche, che ne tennero da allora il controllo, poi incluso fra le clausole del trattato anglo-egiziano del 1936. Nel secondo dopoguerra, l’Egitto si mostrò sempre più insofferente della tutela inglese. La crisi cominciò a delinearsi nel 1948, in occasione della guerra arabo-israeliana, al termine della quale l’Egitto, sconfitto, impedì il passaggio delle navi di Israele. Nel 1951 il trattato anglo-egiziano fu ripudiato, e il controllo egiziano sul Canale, accentuato dall’accordo (19 ottobre. 1954) con cui la Gran Bretagna si impegnava a ritirare le proprie truppe entro 20 mesi, si rafforzò ulteriormente quando, in risposta al rifiuto occidentale di finanziare la costruzione della diga di Assuan, Nasser decise la nazionalizzazione della Compagnia del canale (26 luglio. 1956). Si aprì così la crisi di Suez, culminata con l’intervento armato anglo-franco-israeliano contro l’Egitto (ottobre-novembre 1956). Dopo il conflitto, l’accesso al canale fu posto sotto l’egida dell’ONU, ma esso fu di nuovo chiuso durante le successive guerre arabo-israeliane, nel 1967 e nel 1973. A partire dal 1974, lungo il canale furono dislocate forze dell’ONU. Il canale fu riaperto alla navigazione internazionale il 5 giugno. 1975, ma solo con il trattato di pace tra Egitto e Israele (26 marzo 1979) fu consentito il passaggio anche alle navi israeliane.
Come ha spiegato il prof. Gilles Pecout: “Durante il secolo che va dall'inaugurazione alla sua nazionalizzazione il Canale è lo specchio dei mutamenti nei rapporti tra Europa e Oriente. Il mito sansimonista del "connubio" tra civiltà, della prosperità universale e del modernismo che caratterizza l’apertura del canale, si trasforma presto nell'affermazione coloniale europea sul Mediterraneo. Nel dopoguerra – aggiunge lo storico – il Canale diventa il simbolo della lotta per l'indipendenza egiziana e, a nazionalizzazione avvenuta, il riflettore della "nuova questione mediorientale".