Sicuramente il 25 aprile è una data simbolo molto divisoria che negli anni più che una giornata di festa per tutti si è presentata come la festa degli “anti”.... Il simbolo della Nazione deve essere unico ed indivisibile, certo con le loro sfaccettature e le loro diversità. Pensare sempre “anti” non porta nulla di buono nel senso che non mette in evidenza dei concetti quanto esaspera i toni verso chi ha creduto, giustamente o ingiustamente a dei principi o dei valori. Che comunque sono stati la culla di molti anni per i giovani italiani.
Dalla Treccani prefisso anti-, “apparentemente lo stesso per tutti i moltissimi derivati, può avere due origini diverse: dal greco antí che significava 'contro', o dal latino ante che voleva dire 'davanti' nello spazio o 'prima' nel tempo. In italiano il prefisso greco antí esprime due significati: 'contro' e 'il contrario di' “. Quindi esprimere un concetto contro un aspetto politico che ha segnato un’epoca risulta essere estremamente riduttivo.
Quindi possiamo asserire che il concetto del 25 aprile in Italia è molto esasperato. Sarebbe stato più lucido parlare della liberazione dallo straniero invece che accattivare gli animi come se in gioco ci fossero i buoni ed i cattivi di una stessa Nazione, concetto difficilmente asseribile.
Negli anni «Nessuna festa nazionale in Italia è mai stata fattore di unità, neppure il 25 aprile» parole dello storico Emilio Gentile.
Come giustamente e felicemente asserito lo spirito degli italiani è sempre stato intriso di concetti “contro”. Le feste nazionali non hanno fortuna nel creare consenso attorno alle istituzioni, ma tutti se ne avvalgono per fare politica, dal 25 aprile al 2 giugno.
Non esiste uno spirito unitario a meno che si parli delle feste pagane, altra storia.
Quando siamo di fronte ad una festa Nazionale l’unica bandiera che dovrebbe sventolare è quella italiana, ed è l’unica che dovrebbe sventolare nella ricorrenza della festa del 25 Aprile.